testa Sbanca la banca

 
Siamo stufi e abbiamo voglia di metterci in gioco.  Le banche sono tra i principali responsabili delle politiche che i governi di tutto il mondo hanno perseguito in questi decenni e che hanno generato la crisi del 2007. Le Banche sono tre volte responsabili della crisi e del crescere del debito pubblico: 
-  Nei decenni passati avendo promosso insieme ai governi liberisti, alla BCE e all’FMI la riduzione delle tasse per rendite e grandi profitti, 
-  durante la crisi avendo usufruito di aiuti pubblici mastodontici in tutto il mondo, 
- adesso che continuano ad essere aiutate con denaro pubblico in vario modo. Un Esempio? La BCE presta denaro in cambio di titoli delle banche garantiti dallo stato (!) ad un tasso di interesse dell’1% e reinvestito dalle banche nel debito pubblico a tassi da strozzini. Nessun beneficio invece per i privati cittadini. Gli aiuti e il denaro pubblico sembrano esistere solo per le banche.
Tutto ciò non fa che aumentare la crisi, il taglio dei servizi, dei salari e delle pensioni per sostenere le banche e i profitti continuano a deprimere l’economia, alimentando la spirale del debito. La Grecia ha dimostrato che l’effetto dell’austerity è stato un aumento di circa il 50% sul pil del debito pubblico. I Tagli ai salari e allo stato sociale aggravano la crisi del debito, questa è la più semplice delle verità.
L’alternativa c’è e si chiama Audit. Il non pagamento del debito attraverso un processo di auditoria, analisi e ristrutturazione controllato dai cittadini, che decida quale parte del debito è legittimo e quale si è costituito solo al fine di favorire l’interesse privato (Banche e non solo) con nessun vantaggio per la collettività. Il non pagamento del debito va associato alla pubblicizzazione del sistema finanziario e bancario, unico meccanismo che permetterebbe un reale controllo dei cittadini sullo strapotere di questi colossi. L’audit e la pubblicizzazione del sistema bancario sono rivendicazioni che crescono nei movimenti sociali in tutto il mondo, Dalla Grecia All’Islanda, Dagli Indignados spagnoli al movimento Occupy negli Stati Uniti. Solo attraverso i movimenti possiamo vincere. La campagna “sbanchiamo le banche” vuole rafforzare, diffondere e suscitare una vera e propria rivolta contro il debito e le banche private. Per questo vogliamo iniziare a boicottarle, chiudendo i nostri conti correnti. Un’azione concreta, un granello di sabbia che vuole divenire valanga, movimento contro il pagamento del debito, incontrando e rafforzando le lotte di chi prova a resistere alla crisi. 
 
E’ efficace togliere i soldi alle banche?
Se fatto in tanti anche una piccola cifra può colpire pesantemente i profitti bancari. Un esempio? Gli occupati italiani sono circa 22 milioni, se togliessimo 591 euro a testa alle banche l’ammontare complessivo del prelievo sarebbe di circa 13 miliardi, pari agli aumenti di capitale necessari al sistema bancario e previsti per l’anno in corso. Se “solo” aderissero 3 milioni di cittadini/e alla campagna la media necessaria sarebbe di circa 3500 euro a testa. Insomma con uno sforzo non enorme il danno sarebbe consistente.
 
 

Dove mettere i soldi?

 

Lo diciamo subito, La banca che vogliamo, pubblica e democratica non esiste, è una nostra rivendicazione che vogliamo perseguire. Ma l’obiettivo è innanzitutto colpire il cuore del sistema bancario privato e per far questo esistono alcune pratiche parziali e contradditorie ma a nostro

avviso efficaci.

 

1) L’alternativa più semplice è portare una parte dei propri risparmi a casa, anche pochi centinaia di euro farebbero la loro parte.

 

Se hai qualche risparmio in più e vuoi chiudere il conto si tratta di trovare un nuovo luogo dove depositarli.

 

2)  conto corrente su poste: Poste italiane è una Spa, in quanto tale ha metodi di gestione privatistica e andrebbe ripubblicizzata, però è ancora al 100% proprietà del ministero delle finanze. La legge 27 dicembre 2006, n. 296 all’ Art. 1 prevede che *“i fondi provenienti da raccolta effettuata da Poste  Italiane Spa per attivita' di bancoposta presso la clientela privata ai sensi (…)  sono investiti in titoli governativi dell'area euro”* come confermato dalla relazione della corte dei conti datata 2011. Spostare i soldi su Poste è un primo passo per rivendicare una banca pubblica che faccia gli interessi della collettività e nell’immediato è utile ad abbassare l’onere dei titoli di stato.

 

3) La banca pubblica una volta esisteva. La cassa depositi e prestiti serviva a dare credito agevolato a tutti gli enti pubblici. Nel 2003 la sua trasformazione in ente privato, pur a maggioranza pubblica, ha chiuso il rubinetto del credito agevolato e ha spinto alcuni comuni a rivolgersi ai derivati provocando voragini finanziarie pagate dalla collettività. E’ un esempio di ciò che chiamiamo debito illegittimo. E’ un esempio della necessità di una banca pubblica. Vogliamo che cassa depositi e prestiti torni alle sue funzioni originarie e sia lo strumento per ripubblicizzare l’intero sistema bancario. I soldi dei vecchi libretti postali vengono girati a cassa depositi e prestiti. Altra possibilità su cui ragionare, se associata ad una campagna specifica di ripubblicizzazione di CDP che oggi, oltre a essere ente di diritto privato è anche per il 30% in mano alle fondazioni bancarie.

 

4) Esistono piccole esperimenti e discussioni di gruppi di cittadini che si associano per costruire un circuito di credito autogestito. Piccole esperienze che ci sembrano una strada utile da sperimentare sul modello di altri tentativi (come i Gas- gruppi di acquisto solidale) che hanno il grande valore di dimostrare e far intravedere una via alternativa e democratica di organizzazione economica

 

 

Queste sono solo alcune possibili pratiche per danneggiare il cuore del sistema bancario ma ti invitiamo a individuarne e proporne altre per discuterle insieme nel forum del sito, nelle assemblee e nel movimento che possiamo insieme costruire. Ma intanto iniziamo a sbancare le banche a partire dai colossi Unicredit, Intesa, MPS, BPM, MedioBanca, a cui vanno aggiunte tutte le banche straniere che agiscono in Italia. Tutti colossi che stanno aumentando i propri profitti proprio grazie ai debiti pubblici pagati togliendo soldi e servizi ai cittadini.
E la Cassa depositi e prestiti?
La banca pubblica una volta esisteva. La cassa depositi e prestiti serviva a dare credito agevolato a tutti gli enti pubblici. Nel 2003 la sua trasformazione in ente privato, pur a maggioranza pubblica, ha chiuso il rubinetto del credito agevolato e ha spinto, insieme al patto di stabilità, molti comuni a rivolgersi ai derivati provocando voragini finanziarie pagate dalla collettività. E’ un esempio di ciò che chiamiamo debito illegittimo. E’ un esempio della necessità di una banca pubblica Oggi i soldi dei vecchi libretti postali vengono girati a cassa depositi e prestiti, ma a differenza dei conti correnti banco posta, CDP ha una totale libertà di azione che rende ad oggi complicato ricostruirne il reale utilizzo. . Vogliamo che cassa depositi e prestiti torni alle sue funzioni originarie e sia lo strumento per ripubblicizzare l’intero sistema bancario.
 
Quale piattaforma rivendicativa?
Sbancare le banche per noi è un’azione concreta ispirata a una piattaforma rivendicativa aperta perché vogliamo metterla a disposizione della discussione di chi aderirà alla campagna. Vogliamo però partire da alcuni punti che ci sembrano essenziali:

  • Il blocco di tutti i licenziamenti dei lavoratori e delle lavoratrici del settore bancario
  • Blocco del pagamento degli interessi sul debito  e apertura di una commissione di Audit che organizzi e determini la ristrutturazione del debito Italiano
  • Pubblicizzazione del sistema bancario e finanziario, associato a meccanismi di controllo dei lavoratori e delle lavoratrici del settore e dei cittadini sull’utilizzo dei propri risparmi
  • Introduzione di una patrimoniale che permetta il rilancio della spesa sociale e degli investimenti pubblici utili a partire da Sanità, scuola, ricerca, pensioni e ambiente 
  • Taglio drastico delle spese inutili e dannose, dalle spese militari agli sprechi della politica, dalla Tav al ponte sullo stretto e il loro utilizzo ai fini di promuovere la giustizia sociale, la lotta radicale alla precarietà del lavoro, la riconversione del sistema energetico italiano.

 

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