Nè con Tremonti, nè con Monti, ma con chi Rivolta il debito!

di Rivoltaildebito Bari
15 novembre 11
Come studenti, lavoratori e giovani precari a Bari abbiamo tenuto un’iniziativa pubblica per riaffermare ancora una volta che il debito pubblico e i suoi interessi non devono essere pagati da chi non è minimamente responsabile della crisi economico-finanziaria. Ormai i governi nazionali e le istituzioni antidemocratiche europee ci dicono che a causa della crisi sono necessarie misure impopolari, atte a colpire pensioni, istruzione, salute, diritti dei lavoratori, servizi di trasporto pubblico. Piuttosto che individuare nei banchieri, negli speculatori, nelle multinazionali coloro che hanno fatto lievitare il debito pubblico per aumentare i loro profitti, i governi continuano a scaricare su di noi politiche antisociali inaccettabili. Siamo stati davanti alla stazione delle ferrovie sud-est e poi in piazza Moro dove abbiamo incontrato centinaia di persone, in gran parte studenti e lavoratori pendolari, che ogni giorno subiscono gli effetti delle manovre di austerity, tagli ai servizi pubblici con ripercussioni sia sulla loro qualità che sulla stabilità dei lavoratori del settore. Il tutto con l'obiettivo di screditare l'utilità sociale dei servizi pubblici per meglio giustificare la vendita ai privati, che agiscono non in funzione dei bisogni dei cittadini, bensì delle regole del mercato. Infischiandosene del fatto che la maggiorparte degli italiani il 12 e 13 giugno scorso con il referendum si è espressa in maniera inequivocabile contro la gestione privatistica dei servizi pubblici. Sulla scia dei provvedimenti nazionali, questo si ripercuote a livello locale sui trasporti su strada (Amtab) e rotaie (Ferrovie sud-est, Bari nord e Appulo-lucane). Non è un caso che anche il neo presidente del Consiglio, Monti e tutte le forze politiche che lo sosterranno, inizino a parlare di privatizzazioni dei servizi pubblici, di aumento dell’età pensionabile, di ulteriore revisione dei diritti dei lavoratori e lavoratrici. Politiche che non colpiscono i grandi redditi, la speculazione, l’evasione fiscale. Nei prossimi giorni continueremo la campagna sia con iniziative davanti ai luoghi in cui si vive a pieno il disagio sociale sia con dibattiti di approfondimento, per individuare le forme di autorganizzazione e partecipazione più efficaci, affinchè si sviluppi un movimento diffuso che rivolti il debito, scaricandolo sui reali responsabili della crisi. Perchè le nostre vite sono a credito, daltronde valgono più dei loro profitti!