Documento finale dell’asse del debito di Agora 99. Non è il nostro debito, non paghiamo!

di Agorà 99
09 novembre 12

Attivisti di differenti movimenti sociali provenienti da diversi paesi, si sono riuniti a Madrid durante lo scorso  fine settimana, nell’incontro Agora 99% per lavorare e trovare un punto di incontro tra loro a riguardo dei temi “Democrazia, Diritti, Debito”.  Queste sono le conclusioni del gruppo di lavoro sul debito:

  1. la mancanza di democrazia in Europa ha permesso che, sotto la minaccia del debito, vengano tagliati e si violentino i diritti delle persone. Denunciamo lo svuotamento delle istituzioni democratiche dalla sovranità popolare, che in accordo con i partiti politici sono responsabili dell’attuazione di politiche che generano l’impoverimento  della maggior parte della popolazione. Riconosciamo nelle aziende internazionali e in particolar modo nella Banca Centrale Europea, i maggiori responsabili di queste politiche. Sono queste imprese quelle che accumuleranno la maggior parte delle ricchezze attraverso gli interessi e la privatizzazione delle imprese pubbliche. Esigiamo quindi il necessario e immediato ritorno alla volontà popolare.

 

  1. I debiti che oggi i governi ci vogliono far pagare non sono stati contratti dal popolo, li consideriamo per tanto debiti illegittimi, quindi crediamo sia giusto non pagarli. I vincoli che creano il pagamento del debito, i tagli, le privatizzazioni sono ora evidenti, per questo passeremo all’azione. Consideriamo sia urgente fare i conti con l’impoverimento della popolazione e assicurare a tutti la possibilità di poter appagare  i propri bisogni di base, diritti che sono sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti degli Uomini: casa, cibo, sanità e cure, istruzione, lavoro e servizi sociali necessari alla persona. Invitiamo tutti i movimenti sociali che stanno lavorando per la salvaguardia di questi diritti a coordinare le azioni di protesta e la costruzione di alternative.

 

  1. Sappiamo che le politiche economiche che oggi vengono potenziate non hanno come obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita delle persone, né ora né come prospettiva a lungo termine, e guardiamo così alle esperienze dei paesi del Sud, la cui sofferenza ci deve servire da lezione. Esigiamo la cancellazione dei debiti illegittimi che i paesi del Sud detengono verso i paesi del Nord, e appoggiamo i movimenti che da più di due decenni stanno lavorando per questo. Non sono però sufficienti il non pagamento del debito e il riconoscimento dell’illegittimità dei debiti, poiché il sistema capitalistico funziona proprio a partire dall’indebitamento sistemico, e sappiamo che senza superare questo impianto non finiranno i processi  di schiavitù con il debito.

Crediamo quindi nella necessità di una mobilitazione permanente delle città. La grave situazione, soprattutto nel caso del popolo greco, esige una risposta coordinata del popolo europeo. Non possiamo permettere che  ci facciano credere che esista un conflitto tra le nazioni, siamo invece consapevoli  che il conflitto è tra i creditori e tra i cittadini. Siamo tutti greci, portoghesi, italiani, irlandesi, spagnoli, tedeschi, francesi, belgi..siamo tutti un unico popolo.

Rifiutiamo i Trattati di costituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità  e i piani per il patto fiscale, che attentano contro la sovranità popolare, sono anticostituzionali  e hanno come presupposto un golpe di stato silente. Vogliamo riprenderci la sovranità dei nostri paesi e pretendiamo  che le decisioni vengano prese in istituzioni politiche democratiche.

Vogliamo richiamare  l’attenzione anche sul tema  del dilagare di partiti neonazisti che rappresentano un grave pericolo per la sicurezza e la pace per i paesi dell’Europa .

Il debito è il miglior strumento di dominazione che il sistema possiede.

Ci sono stati cinque tavoli di lavoro:

  - Non siamo in prestito ()

- Università, Conoscenza e Debito ()

-Le terribili politiche dell’Unione Europea ()

-Contesto internazionale e attori attivi sull’asse del debito ()

 -Strategie e necessità di un calendario comune di azione ()

In base al lavoro dispiegato le proposte comuni che sono emerse sono le seguenti:

  • Concentrarci sulle lotte locali e i legami che queste hanno con le politiche europee. Sottolineare il nesso diretto che esiste tra i meccanismi del debito e i suoi effetti sulla popolazione: privatizzazioni, smantellamento dei servizi pubblici, sfratti…
  • Veicolare a livello internazionale un messaggio comune a riguardo dell’illegittimità dei meccanismi di generazione del debito. Guardare in modo equilibrato le differenze in ogni paese perché i meccanismi di finanziamento sono simili e generano gli stessi problemi. Riconoscere le strutture del potere che definiscono le politiche che si impongono nell’UE: la banca, il potere dei sindacati, le  organizzazioni internazionali (Troika).
  • Pedagogia sociale: adattare il linguaggio delle politiche europee per una sua migliore comprensione e fare uno sforzo nella diffusione per creare una maggiore coscienza critica, creare un messaggio coordinato e unitario a livello internazionale adattato ai differenti contesti.
  • Migliorare e ampliare le reti di contatto in tutta Europa,  facendo nostro un discorso rivolto alle società dei paesi del centro Europa, dove tali problemi non si sono ancora presentati, documentando il processo completo di impianto dell’agenda neoliberista  negli altri paesi e gli effetti che derivano da questo.
  • Trovare un lavoro comune e smontare il discorso ufficiale
  • I gruppi hanno discusso su come coordinare le diverse iniziative creando una lista internazionale che discuta e lavori sul debito e si è progettato di creare un blog che funzioni come luogo di interscambio di informazioni, documenti, azioni, e ogni altro strumento che si utilizzerà fino alla fine dell’anno per incidere sull’agenda politica
  • Azioni di boicottaggio, flash mob,  guerriglia comunicativa e disobbedienza civile
  • Elaborazione di strumenti 2.0 di controllo e partecipazione cittadina ()
  • Si è discussa la necessità di comunicare e coordinarci tra di noi nei diversi paesi
  • Bisogna costruire un calendario comune di mobilitazione europea. Si è parlato di diverse possibili date: 14N, incontro a Londra del G8 a giugno, summit europei, la riunione della comunità europea a Bruxelle il 22 marzo, il world social forum in Tunisia dal 23 al 28 marzo, mobilitazioni  in maggio, le elezioni al parlamento europeo del 2014…si crede sia anche interessante vedere quali date emergeranno dall’incontro internazionale di Firenze 10+10 in questo fine settimana. Questo per sincronizzare un calendario comune europeo fra tutti i collettivi e le organizzazioni.
  • Contatto:  auditoriabcn@gmail.com

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