Non pagare il loro debito

E’ giusto chiedere l’annullamento della parte illegittima del debito, cioè quello realizzato per sostenere i profitti, per garantire la speculazione delle grandi banche e per sorreggere un’economia capitalistica in crisi di sbocchi, e quindi di margini di profitto, e bisognosa di una bolla finanziaria in grado di garantire l’attività.
Come è giusto contestare la legittimità di un debito contratto per applicare politiche sociali ingiuste, in violazione dei diritti economici, sociali, culturali e civili dei popoli. Nei paesi europei la scelta di indebitarsi per favorire le classi più agiate e il capitalismo più sfrenato è del tutto evidente: salvataggio delle banche e riduzione delle aliquote per i più ricchi e, per quanto riguarda l’Italia, il vero e proprio favoreggiamento di un’evasione fiscale che ingrassa i profitti delle grandi imprese e i redditi più alti.
Anche guardando al diritto internazionale non esiste l’obbligo assoluto di rimborsare i debiti: per gli Stati viene prima l’obbligo di proteggere i diritti umani e i diritti economici, sociali e culturali delle loro popolazioni. Si guardi l’articolo 103 della Carta dell’Onu, in cui si prescrive la superiorità dello Statuto delle Nazioni Unite, quando ad esempio impone “l’elevamento dei livelli di vita”, il “pieno impiego” o “lo sviluppo dell’ordine economico e sociale”, su tutti gli altri obblighi contratti dagli Stati. Analoghi esempi possono essere fatti per la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948, articolo 28), i Patti sui diritti economici, sociali e culturali(1966, articolo 1), la Dichiarazione sul diritto allo sviluppo (1986, articolo 2).

n/d

il Catdm

Occupy Wall Street